Itinerario a piedi

10 km
2 ore

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A piedi tra sentieri e sorgenti

La zona in cui si estende il sito archeologico del Palù di Livenza è un luogo di grande bellezza, ricco di corsi d’acqua cristallina e di una natura lussureggiante caratterizzata da un alto grado di biodiversità.

La particolare collocazione geografica tra la dorsale del Cansiglio e il Col Longone, unitamente al suolo fertile e all’abbondanza di boschi e selvaggina ne hanno fatto un luogo ideale per l’insediamento umano sin da tempi remotissimi. L’itinerario parte dal parcheggio sito in località Santissima, nel Comune di Polcenigo, poco distante dall’omonimo Santuario dedicato alla Santissima Trinità e alla sorgente principale del Livenza che vedete già davanti a voi. Portate con voi comodi scarponcini da trekking possibilmente impermeabili se è piovuto di recente. Alcuni brevi tratti del percorso potrebbero essere sdrucciolevoli. Con il parcheggio alle vostre spalle dirigetevi verso sinistra e subito dopo imboccate sulla destra un piccolo sentiero segnalato che vi condurrà nella zona archeologica. Dopo un piccolo ponticello su una chiusa troverete un sentiero circolare che potete iniziare indifferentemente da destra o da sinistra. Durante il percorso troverete degli interessanti pannelli illustrativi ma non aspettatevi di vedere resti di palafitte o altri reperti archeologici. Gran parte di quelli riportati alla luce si trovano al museo archeologico di Torre di Pordenone mentre molti altri si trovano ancora sottoterra. Una volta completato l’anello ritornate verso il parcheggio e dirigetevi verso il Santuario: antico luogo di culto documentato dalla prima metà del 1300 ma sicuramente di origine ben più antica. Da sempre meta di pellegrinaggi legati a riti per propiziare la fertilità o la pioggia. Proprio di fronte un ponte di legno vi conduce sull’altra riva del fiume e percorrendo il breve sentiero alla vostra destra arriverete alla sua sorgente principale: l’acqua sgorga in grande quantità da sotto la strada, come per miracolo. Riempite i vostri sensi di tutta questa bellezza e cercate di percepire anche l’energia che si sprigiona da questo luogo, vi sentirete rigenerati. Ora girate intorno alla sorgente e completate il percorso ad anello per ritornare al Santuario. Sulla destra incontrerete un piccolo edificio contenente i macchinari di un acquedotto del 1900 e una piccola edicola votiva dedicata all’Immacolata costruita su una piccola polla di risorgiva la cui acqua è da sempre considerata miracolosa. Arrivati alla chiesa prendete la prima strada a sinistra che sale verso la provinciale, attraversatela e proseguite in salita nella stessa direzione per circa 200 mt, girate a destra in prossimità di una casa e imboccate un sentiero che si snoda tra boschetti e vecchi appezzamenti a terrazza conducendovi fino all’abitato di Coltura. Qui continuate nella stessa direzione su strada asfaltata per circa 1 Km percorrendo nell’ordine Via S. Michele, Via Al Mena e Via Sottomonte. Alla fine di quest’ultima si apre una piccola piazzetta da cui si dipartono due strade. Prendete la seconda a destra e seguitela attraversando un boschetto.Mantenendo sempre la destra in pochi minuti arriverete alla frazione di Gorgazzo e se siete fortunati vedrete subito davanti a voi le acque impetuose e cristalline dell’omonimo torrente; purtroppo qui l’acqua non è garantita in tutte le stagioni, fra poco capirete perché.

Andate verso sinistra, attraversate il ponticello e di nuovo a sinistra verso la sorgente del Gorgazzo, luogo di incantevole bellezza ma anche paradiso degli speleosub.

Si tratta di una sorgente carsica detta “di troppo pieno”, ha la forma di un imbuto un po’ inclinato e in profondità si diramano diversi cunicoli. Sin dagli anni ’60 è stata esplorata da speleosub provenienti da diversi paesi europei e la profondità massima finora raggiunta è di ben 222 metri, la più profonda sorgente d’Italia esplorata dall’uomo! Riprendete il cammino ritornando sui vostri passi. Riattraversate il ponticello e seguite la Via Giuliana fino alla fine del primo gruppo di case. Sulla sinistra vedrete un bel prato verde: lasciate la strada e prendete il breve sentiero che delimita il prato nel suo tratto iniziale per poi spingersi verso la strada pedemontana rincontrando il Gorgazzo. Attraversate la strada e riprendete il sentiero sull’altro lato. Sempre seguendo il corso del torrente passerete anche per un incantevole boschetto di muschi e felci poco prima di sbucare accanto alla chiesa parrocchiale di San Giacomo nel centro storico di Polcenigo. Girate a destra a lato della chiesa fino a raggiungere il piazzale antistante. Proprio davanti all’ingresso un maestoso cedro del Libano e accanto ciò che rimane di un antico convento francescano di cui si ha notizia fin dal 1262. A questo punto potete scegliere se salire al castello per godervi la vista da lassù (10 minuti) oppure scendere direttamente verso il borgo per una pausa ristoratrice. Appena scesi andate verso sinistra per raggiungere la piazza principale percorsa dal Gorgazzo e se l’acqua è abbondante cercate nei pressi le sue bellissime cascate.

Pronti per riprendere il cammino prendete il vicolo sulla sinistra dell’orologio e subito dopo scendete un paio di gradini sulla destra, proseguite accanto al torrente finché vedrete un ponte di ferro.

Non lo attraversate, scendete invece i gradini di fronte a voi e oltrepassate il piccolo rio che si immette nel Gorgazzo. A questo punto non vi resta che seguire il sentiero lungo il Gorgazzo tenendo sempre la destra finchè arriverete ad un ponte. Attraversatelo, continuate fino ad incontrare davanti a voi il fiume Livenza, svoltate a destra fino alla strada asfaltata e dopo averla attraversata proseguite per circa un chilometro nella stessa direzione fino a raggiungere il parcheggio.